Abbiamo visto come la mise en place vanti una storia millenaria e nasca, di fatto, con l’ invenzione della forchetta. L’ evoluzione progressiva è stata il riflesso di cambiamenti culturali, sociali ed economici ma è nel Novecento che queste trasformazioni si sono rivelate così estreme da raggiungere velocemente soluzioni inaspettate.

Sottopiatto Libiamo Fusion 1925
L’ alba del nuovo secolo
Se i primissimi anni del secolo celebravano ancora nell’ apparecchiatura l’ opulenza, il gusto per l’ estetica e l’ innovazione della Belle Époque, un’ epoca dominata da norme sociali rigorose ed un forte senso del protocollo, gli anni a seguire segnarono una decisa inversione di tendenza, orientata verso una semplicità funzionale non solo degli apparati ma anche dei singoli oggetti.
Dimenticata la classe e l’ elaborazione dell’epoca edoardiana, Arte Nouveau, Art Déco e design influenzano man mano il gusto verso un’ eleganza naturale e un’ unità di stile.
Il clima culturale e sociale di un’ era che festeggiava il progresso e il benessere, lo stile esuberante e l’ attenzione meticolosa al dettaglio, il fascino esercitato dalla cucina francese, considerata un modello di raffinatezza gastronomica, che sacrificava la rusticità in favore di un’ estetica più sofisticata, fu destinato tuttavia a concludersi in fretta.

J. Grun, The dinner party, 1911
Dagli anni ’20 ai ’40, la sobrietà tra le guerre
Con l’ avvento della Grande Depressione e delle due guerre mondiali si passò da un lusso ostentato ad una maggiore sobrietà, anche a causa delle ristrettezze economiche e della difficoltà nel reperire materiali pregiati. Le famiglie cominciarono a privilegiare semplicità e funzionalità, le tavole diventarono più pratiche, con un’ attenzione particolare al risparmio vista la necessità di razionamento.
Per chi non poteva permetterselo, le tovaglie di lino ricamate lasciarono il posto a quelle in cotone o tessuti più economici e funzionali, spesso in colori neutri; i piatti, pur restando in porcellana, avevano decorazioni più sobrie, generalmente geometriche, in linea con lo stile Art Déco. I centrotavola si componevano di fiori freschi raccolti in giardino o, sovente, di piccole decorazioni fatte in casa come candele o frutti di stagione.
Tuttavia, dove si poteva, si cercava comunque di mantenere un certo livello di eleganza anche se meno appariscente.
Influenza del Design Moderno
La rinnovata speranza e lo spirito ottimistico che contraddistinsero il Secondo Dopoguerra, ebbero sostanziali ripercussioni anche nelle arti e l’ ardito design moderno influenzò inevitabilmente la mise en place.
Materiali innovativi come il vetro e la plastica divennero popolari e l’estetica minimalista ricercò una tavola “pulita” e ordinata. Il tessuto antimacchia, che rendeva più facile la gestione della casa, le tovagliette individuali “all’ americana”, spesso in plastica o materiale sintetico, iniziarono ad essere utilizzate per i pasti informali.
Le posate, più leggere e meno elaborate rispetto al passato, realizzate in acciaio inossidabile, rendevano questo materiale popolare per la sua praticità e durata.
Le forme geometriche e i colori accesi contraddistinsero le stoviglie (si iniziavano a vedere bicchieri colorati che aggiungevano un tocco di vivacità alla tavola), promuovendo una presentazione più informale e vivace.
Anche l’ arte di apparecchiare la tavola si colorava in un mix di tradizione e modernità.
Cultura della convivialità negli anni della ricrescita economica

Donna con elettrodomestici negli anni Sessanta (fonte Donna Moderna)
Con il boom economico degli anni ’70 e ’80, la convivialità tornò in auge. Con l’ introduzione di nuove tecnologie nei processi produttivi e il conseguente aumento della merce, le famiglie ebbero accesso a beni a costi inferiori, iniziarono ad organizzare cene e feste, dando importanza non solo al cibo ma anche al modo in cui era presentato.
Gli anni ’70 furono noti per l’ uso di colori brillanti e audaci, i set di piatti e posate tendevano a essere coordinati mentre le porcellane decorate con motivi floreali o geometrici si mixarono a materiali plastici e resine. La mise en place si arricchì di elementi decorativi come centrotavola e argenteria, riflettendo un desiderio di raffinatezza e ospitalità.
L’ era del “Gastronomy Boom” spinse molti chef a sperimentare in una mise en place che celebrava creatività e unicità. Il movimento del “nouvelle cuisine” ebbe un impatto significativo enfatizzando la presentazione artistica in porzioni ridottissime.
Le tendenze minimaliste di fine secolo

Sottopiatto 1925 Fusion Libiamo
Negli ultimi decenni del Novecento, il minimalismo è diventato la tendenza predominante. La mise en place si è ulteriormente semplificata con una significativa riduzione dei vari elementi decorativi.
Materiali naturali e colori neutri sono stati privilegiati in modo da creare atmosfere eleganti e rasserenatrici.
Il “less is more” si è rivelato la strada maestra spingendo a privilegiare la qualità sulla quantità.
Complice la globalizzazione, negli anni ’90 e all’ inizio del nuovo millennio, si assiste ad un’ influenza importante di elementi culturali provenienti da tradizioni culinarie diverse sulle modalità di presentazione del cibo e sull’ allestimento della tavola, con una fusione di stili e pratiche. L’ interesse crescente per le esperienze culinarie internazionali hanno contaminato ed inevitabilmente arricchito la cultura dell’ incontro a tavola.
Attento ai cambiamenti di tendenza ma senza compromessi che dimentichino l’eleganza, Libiamo propone soluzioni per rendere meravigliosa la tua tavola. Dai un’ occhiata ai complementi pensati per te.
Sei curioso di conoscere l’ evoluzione della mise en place nei secoli? Leggi gli articoli precedenti: Storia della mise en place: la costruzione di un lusso (parte 1) e (parte 2).